CoM – Il Blog di Carlo Becchi Compreresti un Raggio della Morte usato, da quest'uomo?

9apr/062

Recensione: Terkel in trouble

Ieri, dopo un abbondante mangiata di sushi, sono andato a vedere Terkel in Trouble.
Terkel è un film danese (uh, uh, sento puzza di guai!) realizzato in computer grafica (ma puramente funzionale) che narra le disavventure di un ragazzino con lo stesso nome tra una famiglia paradossale e una scuola invece molto più realistica.

Il cartone animato è chiaramente per adulti o comunque non adatto ai più giovani ed è quasi impossibile non fare un paragone con South Park anche se a mio avviso, per i temi trattati, più probabili di quelli del lavoro di Parker e Stone, è possibile spingersi ad un accostamento con i Simpson, almeno nelle prime serie.
Senza dubbio come i "gialli" Terkel offre un ritratto parabolico di alcuni aspetti della società contemporanea, ma contrariamente al capolavoro di Groening, il film danese è assolutamente privo del pur minimo freno inibitorio e non è difficile trovarsi nell'inusuale situazione nella quale mentre si pensa "questo è mostruoso" si sentono le proprie risate rimbombare nelle orecchie.
I temi trattati, come già detto sono principalmente legati al disagio giovanile: i rapporti con la famiglia, la scuola (e il bullismo), l'amicizia (e tradimento), i primi amori.
Particolarmente riuscito il mix tra elementi surreali e spunti che potrebbero tranquillamente essere di cronaca, che sembrano in alcuni casi fatti a posta per far ridere lo spettatore e farlo sentire immediatamente in colpa. Sotto altri aspetti invece è la pellicola ad infierire sulla vittima (ad esempio Doris, la compagna di classe sovrappeso ed innamorata del protagonista) in maniera ininterrotta, dall'inizio alla spassosa sigla finale (con gli oramai abituali "errori" degli "attori") quasi a far dimenticare la tragedia alla radice di tale ilarità.
Non si salvano dalla satira feroce e senza replica neppure gli ecologisti estremisti e fanatici più attaccati al mondo vegetale/animale che alla loro stessa specie (a mio avviso una delle parti più divertenti del film).

Semplicemente perfetti doppiaggio, adattamento e canzoni di Elio e le Storie Tese, il film sembra scritto da loro o quanto meno per loro: il linguaggio "giovane" surreale, stereotipato ed un pò arcaico usato dal gruppo nel loro lavori si sposa benissimo con questo film, così come le voci di Lella Costa (la madre di Terkel) e il cameo di Claudio Bisio (il padre) con la sua unica battuta, ripetuta all'inverosimile.
Le canzoni, forse non a livello dei primi, irripetibili album degli Elio, sono comunque molto orecchiabili, personalmente stamattina mi sono alzato continuando a canticchiare "Fanculo a te, sei troppo un cesso, tua mamma gonfia banane giganti..." eseguita da un Faso in forma smagliante.

Leit motif del cartone sembra essere l'horror, che terrorizza Terkel ma non ha il coraggio di confessarlo a Jason, il suo migliore amico, amante del genere; sotto questo punto di vista i riferimenti non si contano, da Shining a Venerdì 13 fino agli zombie movies nell'ottimo intermezzo musicale atto ad illustrare le paranoie del protagonista alimentate dai sensi di colpa.

Unico punto negativo: probabilmente alcune chicche si perdono in quanto le scritte presenti nel film (tutte in danese, a parte qualche "fuck") non sono sottotitolate.

Insomma, per quello che può valere la mia opinione, un film da vedere a tutti i costi a meno di non essere eccessivamente sensibili (l'ultraviolenza è più realistica che in South Park, volgarità e cattivo gusto abbondano) o di andare in giro con un opossum sulle spalle.

Il sito ufficiale.

L'ottimo trailer (se siete indecisi, guardatelo! Rende bene l'idea di ciò che vi aspetta)

Inserito in: Cinema Lascia un commento
Commenti (2) Trackback (0)
  1. If you desire to improve your experience only keep visiting this website and be
    updated with the most up-to-date news posted here.


Lascia un commento


Ancora nessun trackback.

Rss Feed Tweeter button Facebook button Youtube button